Samsung annuncia Bixby, l’assistente vocale dei nuovi Galaxy.

A poco più di una settimana dal “d-day” per il lancio del Galaxy S8 Samsung ha rotto gli indugi, annunciando ufficialmente il suo assistente virtuale Bixby, che rivaleggerà con i vari Siri, Cortana, Alexa e Google Assistant nella battaglia dell’intelligenza artificiale sul fronte degli Smartphone. Il primo apparecchio che beneficerà di Bixby è per l’appunto il nuovo top di gamma della casa coreana (e l’ S8 Plus). Dopo anni di lavoro in laboratorio, il progetto è destinato ad arricchire il profilo tecnico di molti dei futuri telefonini Galaxy e non solo; anche televisori, condizionatori d’aria e altri prodotti connessi per la casa ne beneficeranno, nell’ottica di un’intelligenza digitale che dovrà essere sempre più in espansione. Samsung promette in proposito un’esperienza di “deep learning”, di apprendimento automatico, diversa e più evoluta rispetto ai servizi rivali. E conferma come le funzionalità del suo assistente siano basate in particolare su tre aspetti fondamentali: completezza nell’interazione, tolleranza cognitiva e consapevolezza del contesto.
Che si tratta di una rivoluzione è evidente fin dalle parole con cui Samsung ha presentato il nuovo prodotto: “Bixby è il cuore dell’evoluzione del nostro software e dei nostri servizi. Stiamo cambiando la nostra attitudine verso il software e i servizi lavorando sull’innovazione sotto ogni aspetto del nostro ecosistema mobile. L’innovazione rende disponibili opportunità per la creatività e l’abilità di costruire nuove esperienze da zero. Con i continui investimenti di Samsung verso l’intelligenza artificiale, la possibilità di ciò che Bixby potrà divenire non ha confini”.
Per com’è descritto, il nuovo sistema sarà in grado di interagire direttamente e pienamente con tutte le funzioni delle app (compatibili) installate sui dispositivi mobili. Quindi sarà più “invasivo” rispetto ai molti assistenti virtuali già esistenti, andando probabilmente a “sovrascrivere” buona parte delle funzionalità standar di applicazioni native.

Fonti: International Business Time

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