IMPRENDITORIA IN MANO AGLI STRANIERI: NEL 2016 CRESCITA DEL 26% DAL 2011

A differenza degli italiani, che devono ancora far fronte agli effetti della crisi, cresce il numero di stranieri possidenti di imprese e attività. Secondo un’indagine dell’Osservatorio di Confcommercio, a fine 2016 le imprese straniere erano arrivate a 571mila, con un aumento del 26% dal 2011, mentre quelle italiane erano diminuite del 2,7%. Se si va avanti di questo passo, sempre secondo l’indagine, si arriverà ad oltre 710mila aziende straniere nel 2021.
Al primo posto fra le attività scelte dagli stranieri vi è il commercio su area pubblica: gli ambulanti nati fuori dall’Italia rappresentano infatti il 53,5% della totalità. Seguono poi il commercio all’ingrosso e al dettaglio, l’edilizia, alloggio e ristorazione. Numerose imprese si possono trovare nei minimarket e negli empori; per quanto riguarda i primi, in centri come Bologna raggiungono più dei due terzi del totale; per quanto riguarda gli empori, invece, il 36,3% delle imprese sono straniere, ma arrivano al 66,0%, 64,9% e 63,2% a Bologna, Genova e Milano.
Si segnala un notevole aumento nei centri massaggi, che contano il 27,9% delle attività condotte dagli stranieri, e negli autolavaggi, che ne rappresentano invece il 17,2%.
Secondo il segretario generale di Confesercenti Mauro Bussoni, queste imprese straniere potrebbero presentare aspetti di concorrenza sleale e chiede di “procedere ad un piano di controllo accurato dei settori che, dati alla mano, appaiono più a rischio di irregolarità”.

Elisabetta Localzo

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